Gli animali dopo la morte di Elisabeth Marshal Thomas
… Il mio punto di vista sulla morte è molto pragmatico; come la vedo io, quando lo spirito e la vita se ne sono andati, non ha troppo senso preoccuparsi del corpo.
Lasciai al veterinario il compito di seppellire Zooey e me ne tornai a casa. Era una calda serata d’autunno, appena velata dalla foschia, e io stavo pensando che c’era un muso grigio in più nell’aldilà… quando, d’un tratto, mi accorsi che tutti gli altri cani erano seduti più o meno vicini, e mi guardavano in silenzio, alcuni dentro il recinto e altri fuori. Così mi avvicinai a loro e mi lasciai annusare.
Ancora una vota, non riuscii a capire la dinamica di quel momento. Non so, per esempio, quali odori scoprirono allora i cani attraverso lo studio attento e prolungato delle mie mani e dei miei vestiti. Spesso annunciavo loro gli avvenimenti facendomi annusare: dopo una nascita, per esempio, lasciavo che mi fiutassero le mani e ogni volta notavo che qualunque cosa scoprissero sembrava suscitare in loro una blanda curiosità e una vaga sensazione di gioia. Immaginavo che scoprissero le tracce di qualche sostanza legata alla nascita, quale il liquido amniotico, e ne intuissero il significato. Quindi forse la morte, come la nascita, presenta odori caratteristici. O forse i cani guardarono il mio viso e compresero che qualcosa non andava. I cani sanno osservare anche cambiamenti impercettibili nell’atteggiamento delle persone, e la loro capacità empatica li aiuta a interpretare ciò che vedono. E dopo tutto, dov’era Zooey? A ogni modo, qualunque cosa i cani potessero avere scoperto o dedotto dal mio aspetto, dovettero sospettare che Zooey era molto lontano. Poco dopo che mi fui allontanata, presero a ululare, e continuarono a farlo, seppure a intervalli, per tutta la notte.».
(Elisabeth Marshal Thomas, La vita segreta dei cani – Longanesi e C. -1993)
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