Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un crescendo pauroso di maltrattamento degli animali. I media, quelli a cui paghiamo il canone si limitano, a volte, a qualche accenno.
Ricordiamo i più vergognosi: a Priolo un comune della provincia di Siracusa un energumeno ha ucciso un cane legandolo con una catena al paraurti della propria auto, trascinandolo sino a farlo morire; sempre in Sicilia, a Ragusa, una mucca “imbizzarrita” viene uccisa per strada, a colpi di pistola dalle forze dell’ordine; per un vuoto legislativo, a Monza, alcuni cani dopo aver vissuto per ben per otto anni in una famiglia che li aveva adottati, dopo che erano stati sequestrati per maltrattamento, rischiano di ritornare all’allevatore che li maltrattava; a Torino la polizia libera un cane segregato in una cantina; nella zona di Torino, Carabinieri e Polizia hanno smantellato un’organizzazione dedita al traffico illecito di cuccioli; a causa del Covid-19 lo zoo della città di Bandung, Indonesia, non ha cibo sufficiente per nutrire i suoi 850 animali, la soluzione sembra essere quella di sacrificarne una parte per nutrire con la loro carne gli altri; un mese prima, anche lo zoo della città tedesca di Neumünster, per lo stesso problema, prevedeva la medesima soluzione; Animal Equality denuncia l’atroce trasporto di animali tra uno Stato all’altro della UE; nel Varesotto, a Besnate, in un’apicoltura, sono stati trovati morti avvelenati circa un milione di insetti; in Calabria a Gioia Tauro, i Carabinieri della Forestale e gli agenti della Polizia ecozoofila hanno scoperto un canile lager che ospitava oltre 400 cani; in India un elefante è morto dilaniato da un petardo inserito in un ananas che aveva ingerito.
E potremmo continuare all’infinito.
Il problema è nelle pene e nella non attuazione dei Trattati internazionali.
In Italia, le condanne per maltrattamento degli animali sono ridottissime: abbiamo il patteggiamento, le attenuanti generiche, il rito abbreviato, non si sconta neanche un giorno se la condanna è sino a tre anni di carcere! Ma insomma! Intervenisse il Presidente della Repubblica che in forza dell’art. 87 della Costituzione può ordinare alle Camere di migliore, anzi inasprire, le leggi sui maltrattamenti degli animali.
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